Due passi in avanti e tre indietro.
Può succedere, quando lavori con le persone.
Può succedere, me lo dico spesso.
Però ogni volta tendo a spalancare la bocca con lo stupore di un bambino.
Nel primo incontro con N. avevamo messo in fila tutte le sue spese e si era stupito di quante cose non gli erano venute in mente subito.
Avevamo fatto i conti con il suo nuovo stipendio, una boccata d’ossigeno per lui e per la sua famiglia dopo un periodo complicato.
Avevamo dettagliato una possibile quota di risparmio per arrivare, in circa due anni, a raggiungere l’obiettivo che lui stesso aveva fissato con grande enfasi e precisione: l’acquisto di un’auto tutta sua. Certo, usata e senza fronzoli, ma pur sempre necessaria nella zona in cui vive, per spostarsi senza dipendere da qualcuno.
L’obiettivo l’avevamo delineato nel secondo incontro di accompagnamento, grazie ad un progetto di educazione finanziaria di cui era beneficiario anche N.
Ma ecco che, appena mi siedo di fronte a lui per il terzo incontro, esordisce così:
“Devo dirti prima di tutto che durante le vacanze di Pasqua mi sono fatto un po’ prendere la mano. Volevo sdebitarmi con gli amici e ho speso 800 euro perché sono uscito al bar tutte le sere”.
Prima che io potessi dire qualcosa, ha aggiunto:
“Ho fatto una vita di rinunce e i miei amici mi hanno sempre supportato anche quando non avevo un lavoro e non avevo un soldo”.
E quindi… concludo io mentalmente il suo ragionamento:
“Che male c’è? In fondo me lo merito!”
Mi sono adagiato sullo schienale della sedia ed ho riflettuto con lui a voce alta:
“Io ho il dovere professionale, come educatore finanziario, di farti notare che tu ti sei voltato indietro a considerare il tuo passato.
Qui sta il punto: io sono qui per affiancarti mentre guardi al tuo futuro, rivolto agli obiettivi che hai espresso, allo scenario che per te hai deciso di voler disegnare.
Ricordi? Avevamo concordato NON di tagliare le spese del divertimento ma di attribuire a questa voce un budget compatibile con la necessità di risparmio per raggiungere il tuo obiettivo.
Quando guardi indietro corri il rischio di posticipare il momento in cui ti siederai sul sedile e innesterai la marcia della TUA auto”.
Certo che si ricordava. Certo che aveva capito, lì, di fronte a me.
E anche io avevo ben chiara la soddisfazione che aveva provato nel potersi sdebitare con gli amici.
Come aiutarlo a “ricordarsi” di questo ragionamento nel suo quotidiano?
Come usare la leva “del senso di colpa” senza esagerare?
Ci provo:
“Immagina quel momento, quello in cui sarai al volante della tua auto! Come ti senti?”
“Sento che ce l’ho fatta! Sono soddisfatto e…quasi commosso”.
“Immaginatelo nel dettaglio, coccolati quel momento e quelle sensazioni e ricordatelo quando stai mettendo mano al portafoglio. Prova a non pensare al dispiacere della rinuncia ma all’obiettivo che si avvicina”.
Chissà cosa succederà poi, nelle giornate e nelle serate di N.
Chissà se questa “chiave” lo porterà spedito verso la sua indipendenza.
Fabio Negro,
Educatore Finanziario, La Esse