Il progetto, seguendo il presupposto che nessuno è un’isola ma che per lavorare sull’individuo è necessario anche agire sul contesto, coinvolge anche i genitori di riferimento dei minori coinvolti. Il percorso proposto prevede la partecipazione attiva dei vari soggetti, con i loro diversi ruoli e funzioni: ciascuno nella propria identità può incidere per determinare la direzione del cambiamento che risponda ai bisogni emergenti. I soggetti più deboli (minori e mamme) hanno diritto di poter esprimere la propria soggettività, di essere portatori di bisogni, ma anche promotori di nuove azioni, supportati da una rete strutturata di scuole, realtà del territorio, servizi, istituzioni pubbliche che si mettono in moto “con loro”.
In questo senso la metodologia partecipativa attiva garantisce protagonismo ai diversi attori e un reale processo d’inclusione e di cambiamento partecipato.
La comunicazione del progetto, dei suoi obiettivi e dei traguardi raggiunti, accompagna il processo di lavoro. Un’azione resa possibile grazie al ruolo promotore della Fondazione Zanetti ETS che, in linea con la sua mission, opera per supportare i minori in difficoltà in Italia e in tutto il mondo e per promuovere una cultura sempre dalla parte dei bambini.
Le attività finora proposte, guidate da un’equipe composta da quattro educatori e una coordinatrice, hanno raggiunto le 3.000 presenze di minori in un anno con 125 famiglie iscritte, questo a dimostrazione che il “Bisciò” intercetta i bisogni e risponde ai bisogni di questo territorio.
