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22.11.2023

Educativa domiciliare e territoriale: il racconto del convegno

Giovedì 16 novembre 2023 a Bassano del Grappa si è svolto il convegno organizzato dalla nostra cooperativa in occasione dell’incorporazione della cooperativa Yumè. Il percorso di incorporazione ha coinvolto i colleghi che si occupano dei servizi educativi domiciliari e territoriali i quali hanno condiviso buone pratiche, strumenti di progettazione e monitoraggio ma soprattutto si sono unite e confrontate nel definire un modello di presa in carico del minore e del suo contesto di vita, quale frontiera per il futuro dell’intervento di educativa.

Il convegno organizzato a Bassano è stata l’occasione per far conoscere la nostra proposta educativa domiciliare e territoriale e per valorizzare i vissuti e i diversi ruoli che entrano in campo, nelle relazioni con minori e famiglie vulnerabili.

La mattinata è iniziata con il weelcome coffee al Danieli Bassano, gli ospiti si sono poi spostati nella sala Chilesotti de Musei Civici Bassano del Grappa. Titolo del convegno “Tra equilibrio e vertigine. Come cambia lo sguardo nelle educative domiciliari”.


“Yumè ha espresso il bisogno di guardare al futuro con occhi diversi, sia valorizzando un proprio patrimonio di competenze sia introducendo un elemento di innovazione e appoggiandosi ad una struttura. A nostro avviso La Esse rappresentava perfettamente queste capacità proprio in un’ottica di moltiplicazione delle competenze. La cifra fondamentale in questo percorso è stata la cura delle relazioni, che è l’elemento qualificante di ciascun intervento e l’elemento qualificante, mi piace pensare, anche della cooperazione in senso più ampio”.
Sono queste le parole con le quali Anna Sara Fasoli, vice presidente di Legacoop Veneto, ha introdotto il suo intervento.


Elisa Gidoni e Alberto Baccichetto, presidenti delle due cooperative, hanno presentato il percorso che ha portato all’incorporazione, avvenuta lo scorso 23 ottobre. Condividiamo un estratto dell’intervento di Elisa.
“Yumè da subito ha deciso di investire sull’appartenenza dei soci alla cooperativa. Questo lavoro di analisi ci ha portato ad interrogarci sul “progetto di felicità” dei soci e dipendenti, su come la cooperativa poteva permettere di dare attuazione alle aspirazioni dei singoli e del gruppo, e abbiamo visto come il modello organizzativo non è neutro rispetto all’identità dell’impresa, ma anzi è un fattore determinante. Le ridotte dimensioni della base sociale di Yumè favorivano i rapporti interpersonali, la conoscenza reciproca, anche una certa agilità delle procedure, ma come contro non permettevano di essere poli attrattori per nuove progettualità condivise nel territorio. In questo lavoro di analisi, abbiamo chiesto il supporto di una cooperativa vicina” La Esse. Durante questo percorso di consulenza ci siamo riconosciuti a vicenda nel comune DNA del lavoro di comunità, è stato questo il collante che ci ha portati a prendere in considerazione l’ipotesi di una collaborazione più stretta che ha portato poi all’incorporamento”.


Dopo i saluti iniziali, i coordinatori Alessandro Tonello ed Elisa Benacchio hanno condiviso il lavoro di riflessione e di narrazione dell’agire educativo frutto di questi mesi di lavoro.
L’hanno fatto presentando degli oggetti simbolici che raccontano i diversi strumenti in cui l’educativa domiciliare e territoriale si compone, i diversi momenti nella presa in carico e le diverse dinamiche che permettono all’educatore e ai servizi di entrare e stare in relazione con il bambino, la famiglia e la comunità di riferimento al fine di promuovere cambiamento e autonomia rispetto ad una situazione a rischio o di vulnerabilità costruendo relazioni significative e valorizzanti.


La mattinata di ieri a Bassano è proseguita con il laboratorio di arteterapia tenuto dalla collega Francesca Meloncelli, dal titolo: “I sogni che nutrono l’agire educativo e accompagnano la relazione nelle professioni di cura”. Con albi illustrati, matite colorate, carta da lucido, pagine di libri e pennarelli i partecipanti hanno creato le loro personali opere creative. La suggestione che ha dato il via al laboratorio è stata la citazione di Danilo Dolci “Ciascuno cresce solo se è sognato”. A partire da questo concetto i partecipanti sono stati invitati e accompagnati a dedicare spazio e tempo alla dimensione dei sogni che nutrono il nostro tessere quotidiano.
Abbiamo proposto l’esperienza dell’arteterapia perché da diversi anni viene utilizzata dall’equipe della Comunità Agorà sia negli interventi individuali sia all’interno delle attività con i gruppi (che possono essere genitori, adolescenti, bambini); diventa strumento e metodo di lavoro guidato da professionisti arteterapeuti.


“Ritrovarci tra equipe a valutare e a rimettere in gioco i metodi, le strutture, le esperienze e gli strumenti utilizzati finora, ci ha messo molto in discussione – racconta Alessandro Tonello, referente area minori – ma ci ha permesso di rompere con due capisaldi delle educative: la dimensione prioritaria dell’intervento (di fatto) uno-a-uno e la definizione “domiciliare”. Non si fa più da soli e non si fa più solo a casa. Da qui parte un nuovo modello di lavoro, una visione aperta e che apre.

Ci siamo poi calati nell’operatività per scardinare quanto continuava a rendere statiche le dinamiche degli interventi rivolti ai minorenni e al loro contesto famigliare, come ben raccontato dall’intervento durante il convegno. L’obiettivo – continua Tonello – è far uscire dal loop le situazioni e generare cambiamenti, come atto generativo per gli interventi, sbloccando stalli o contesti cristallizzati, e avviare percorsi di autonomia ed empowerment. Usciamo da questo percorso consapevoli del valore dello strumento e intenzionati a creare un settore in cui riconoscersi chiaramente (dentro e fuori l’organizzazione, per modalità e caratteristiche)”.

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